Frate Agnello Stoia
I santuari sono luoghi della memoria, di una memoria efficace ed estensiva che, se da un lato raccontano visibilmente con pietre ed opere il passato, allo stesso tempo affermano il valore presente e attuale della fede e della devozione. Per questo nella comunità sono luoghi significativi, sono luoghi dell’incontro e della festa, della fede e del folklore, dell’identità e della tradizione, della fede degli antenati che con grandi sacrifici li hanno edificati.
A voler considerare la geografia dei santuari che costellano tutto il territorio dell’Irpinia se ne possono contare a decine, eretti nei centri urbani o nelle campagne, su vette, speroni rocciosi o anfratti. Accanto ad importanti e conosciuti luoghi di culto, come Montevergine o Materdomini di Caposele ad esempio, si sviluppa una serie di luoghi sacri più o meno conosciuti, venerati da secoli dalle popolazioni dell’Alta Irpinia, legati ad apparizioni, culti arcaici e che costituiscono la base per manifestazioni religiose molto radicate. La zona di Montella gravita attorno alla devozione al Santissimo Salvatore, alla Madonna della Neve e al santuario francescano di san Francesco a Folloni. Scendendo verso Avellino, sulla vecchia Ofantina, incontriamo il Santuario della Madonna delle Grazie a Castelvetere e di sant’Anna a San Mango sul Calore. Spostandosi verso oriente abbiamo l’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, il Santuario di santa Felicita a Rocca San Felice. Andando verso le Puglie c’è Andretta con “La Mattinella”, il santuario della Stella Mattutina. Scendendo verso la Baronia abbiamo il Santuario di santa Maria delle Fratte a Castel Baronia e del Buon Consiglio a Frigento. Allungandosi verso Grottaminarda si incontra il Santuario della Madonna di Carpignano. A Lioni ci sono i santuari di san Rocco e di santa Maria del Piano, e scendendo verso il fondo Valle Sele il Santuario di Materdomini con il gruppo di santuari di Calabritto con la Madonna della Neve, di Grenzi, e quello rupestre della Madonna del Fiume.
In questo contesto abbiamo dato spazio ad alcuni santuari molto frequentati, ma soprattutto ne abbiamo segnalato alcuni che rimangono nascosti, spesso misticamente custoditi dal silenzio delle montagne e dei boschi, e per la loro condizione di santuari “minori” hanno conservato molto della genuinità espressiva sia dei luoghi sia della devozione popolare.