UNA PROPOSTA DI RIVITALIZZAZIONE “…prima del turismo, c’era il viaggiare, attività intrapresa appunto da coloro che sono conosciuti come “viaggiatori”. Essi visitavano con la stessa curiosità e lo stesso timore reverenziale che animano gli adolescenti quando, con la complicità della nonna, viene loro dato modo di rovistare nei cassetti della scrivania del nonno, un arcipelago, con un passato alle spalle, esperienze, ricordi, il mondo dei “grandi” che, nell’immaginario dei bambini, ha sempre qualcosa di misterioso. I viaggiatori cercavano di capire i caratterizzanti trascorsi della vicenda umana vissuta nel territorio e provavano ad immedesimarsi nella corrente, gustavano la poesia dell’ambiente, nella più ampia accezione del termine, lo leggevano attraverso gli occhi e i volti e le parole delle donne, degli uomini, dei ragazzi incontrati nelle campagne, nelle strade, nelle piazze, nelle case, trattenendosi con loro, magari sedendo al loro desco è […] la prossima conquista di chi vorrà fare turismo starà proprio nel recupero dello spirito che animava i viaggiatori, pur senza anacronistiche e ridicole rinunce, anzi utilizzando con intelligenza i mezzi e i sussidi moderni”. 7 La bellezza dell’Irpinia non ha accrediti eclatanti, è di quelle che si scoprono man mano, che vengono fuori alla distanza. È un territorio che va scoperto lentamente, senza fretta, con la curiosità ingenua di chi si avvicina per la prima volta, dove è possibile fermarsi e ritirarsi a riflettere in silenzio ascoltando la voce della natura. Ed è tra questi luoghi che si snoda l’antico asse ferroviario, percorrendo la valle dell’Ofanto e collegando Avellino con i paesi della Media e Alta Valle del Calore e con la sua provincia più orientale. Frequentata ormai da soli due treni, per lo più vuoti, la linea è stata compresa nell’elenco dei “rami secchi” delle Ferrovie dello Stato. L’idea progettuale consiste nel riutilizzo di questa tratta ferroviaria, con la piena consapevolezza che “I rami secchi possono non solo rinverdire, ma anche portare frutti, se una intelligente e sagace politica di utilizzo del treno (unico mezzo attualmente ecologico) permetterà di valorizzare zone turistiche (…anche commerciali e industriali) poco conosciute, ma certamente meritevoli di attenzione da parte di chi vuole immergersi nel verde ancora pulito, per difenderlo e non per inquinarlo, ovviamente; la linea ferrata citata offre agli occhi del visitatore un paesaggio meraviglioso, appena sfiorato e cucito dalla cerniera marrone delle rotaie che, dolcemente, costeggiano le rive ed i pioppi del Calore e dell’Ofanto, si insinua nel verde intenso e profumato per aprire e ricomporre un’armonia di colori”.8 Rivitalizzare questa tratta ferroviaria non è un progetto anacronistico e nostalgico, ma è il tentativo di cercare possibilità per nuove funzioni compatibili con le necessità e le attuali opportunità, affinché né la storia né la memoria siano cancellate, ma vengano rese protagoniste per uno sviluppo sostenibile del territorio. Uno studio condotto con la supervisione della Prof.ssa Maria Gabriella D’Autilia e del Prof. Lello Mazzacane del Dipartimento di Sociologia dell’Università Federico II di Napoli e con il sostegno dell’Agenzia di sviluppo del GAL (A.G.I.Re, Agenzia per la Gestione e l’Implementazione di Reti), propone un’idea progettuale di rivitalizzazione e rifunzionalizzazione, prioritariamente in chiave turistica, della linea ferroviaria Avellino - Rocchetta Sant’Antonio. Lo studio, realizzato attraverso il metodo della ricerca-azione da chi scrive e da Ilde Masillo (stagiste presso il GAL CILSI – A.G.I.Re.), individua e sperimenta otto macropercorsi di valorizzazione territoriale lungo la tratta: 1) archeologia, monumenti e personaggi storici; 2) architettura religiosa; 3) dialetti architettonici; 4) itinerario dei musei; 5) arti e mestieri; 6) risorse paesaggistiche e ambientali; 7) cultura del cibo; 8) riti, leggende e tradizioni popolari. Lo studio evidenzia, inoltre, alcuni esempi di buone prassi sull’uso turistico della tratta: 1994-95 “Il treno della neve” (Comunità Montana Terminio-Cervialto, Comune di Bagnoli Irpino, FFSS, Regione Puglia); 1995 “Il centenario” (Comuni della tratta, dopolavoro ferroviario di Lioni, Cassa di Mutualità di Teora, ITC Sant’Angelo dei Lombardi); 2001 “Viaggio sentimentale in treno” (CRESM e Comuni del Parco Letterario F. De Sanctis); 2007 “Treni d’Irpinia” (Regione Campania, GAL Verde Irpinia, Provincia di Avellino, Comunità Montane Alta Irpinia e Terminio Cervialto, Comuni ed associazioni culturali). A valle di questo e di altri studi (es. CRESM – Provincia di Avellino, 1996), delle sperimentazioni sopra citate, delle attività di animazione territoriale svolte da A.G.I.Re., è stata avviata la costituzione di una rete costituita da attori pubblici e privati, interessati a vario titolo alla valorizzazione della storica tratta ferroviaria, con l’obiettivo di dar vita ad un percorso progettuale partecipato, con pari dignità, dai soggetti responsabili dell’attuazione di progetti di sviluppo nell’area interessata (PSL, PIT, PIR, Patti, Contratti d’Area, ecc.). Si pensa alla elaborazione ed attuazione di un progetto integrato di sviluppo locale che, riconsiderando il rapporto della ferrovia con il suo territorio, interviene sull’adeguamento infrastrutturale della tratta, sul miglioramento del servizio e sugli elementi di connessione con le risorse culturali, ambientali, artistiche, sociali ed economiche. |